Le nuraghe, storia e immagini

Una breve introduzione ragionata

Ne rimangono in piedi circa settemila (secondo alcune fonti ottomila)[senza fonte], sparsi su tutta l'isola, mediamente uno ogni 3 km², contraddistinguendo fortemente il paesaggio sardo. Si ipotizza che in passato il loro numero fosse molto maggiore. Infatti sono numerosi gli esempi attestati, e ancor più quelli ipotizzati in base ai reperti rinvenuti in svariati centri, di edifici civili (ad es., nuraghe Gianbasile a Sindia), signorili (Palazzo Zapata a Barumini) e ancor più frequentemente religiosi (nuraghe Lo' sotto la chiesa di Sant'Eligio a Bosa, Santa Maria Maddalena a Guamaggiore, San Nicola a Orroli, Santa Vittoria a Nuraxinieddu (Oristano), ecc. solo per citarne alcune), costruiti non solo spogliando la struttura ma molto spesso direttamente sulle fondamenta di preesistenti nuraghi. Quanto alla loro funzione, gli studiosi ancora non hanno espresso un parere comune, mentre la maggior parte di loro pensa che furono costruiti nel II millennio a.C., a partire dal 1800 a.C. fino al 1100 a.C.[2]

Alcuni sono più complessi e articolati, veri e propri castelli nuragici con la torre più alta che in alcuni casi raggiungeva un'altezza tra i venticinque e i trenta metri. Nella maggior parte dei casi, tuttavia, si tratta di torri ristrette verso l'alto, un tempo alte dai 10 ai 20 metri, con diametro alla base tra gli 8 e i 10 metri.

 

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